Il termine “copywriter” è stato coniato per la prima volta nel XIX secolo, identificando la figura del redattore di annunci all’interno delle redazioni giornalistiche dell’epoca. Con la diffusione dei media di massa intorno agli anni ’50, la figura del copywriter assume una nuova connotazione, incarnandosi nella persona che si occupava della redazione di testi pubblicitari all’interno delle prime grandi agenzie americane, perennemente in coppia con l’art director che, lavorando fianco a fianco con il copy, curava la parte visiva di quelli che erano gli spot e gli annunci stampa che andavano in onda o venivano pubblicati sulle reti e sui giornali dell’epoca post-bellica.
In poco tempo in quegli anni, la pubblicità si afferma sempre più con un ruolo cardine nella vita di tutti i giorni delle persone, non limitandosi più al mero ruolo di “strillone” per vendere un prodotto, ma diventando un potente strumento a servizio dei più svariati ambiti della socialità umana, persino di quello politico: basti pensare al caso di Nixon e Kennedy che negli anni ’60 trasformarono le elezioni presidenziali in una sfida all’ultimo sangue tra agenzie.

Sfide come queste hanno richiesto ai pubblicitari (in questo contesto, ai copywriter) di trasformarsi in vere e proprie macchine da guerra della comunicazione; con lo sviluppo del consumismo e con l’ingresso di numerosi competitor nei mercati di riferimento poi, la sfida divenne ancora più accesa: tanti prodotti simili in cui, l’unica differenza per vendere di più ed assicurarsi la fedeltà di un certo numero di clienti era apparire differenti.

Come? Ovvio, nella pubblicità. E chi doveva fare questa differenza? Chi le pubblicità le scriveva.

Con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie telematiche a partire dagli anni ’80, nascono i cosiddetti “nuovi media” e la figura del copywriter si evolve in quello che noi oggi conosciamo col nome di “web copywriter“, “digital copywriter“, “web content editor” e spuntano fuori assieme a lui professioni prima del tutto inesistenti, come i primi web designer, i developer, i social media manager, i SEO manager e tutte quelle nuove figure professionali che oggi sembrano aver invaso il mondo del lavoro e di cui ormai non potremmo più fare a meno.

Perché? Uno dei perché lo abbiamo già detto: in uno scenario estremamente competitivo, bisogna fare la differenza e per fare la differenza, il primo punto è assicurarsi contenuti di qualità per la propria azienda, per il proprio prodotto; una comunicazione chiara e coinvolgente, che sappia dire le cose nel modo giusto e la presenza di un sito ben strutturato e accattivante conferiscono serietà e professionalità a chi parla e assicura che la scelta abbia più probabilità di cadere su di lui.
Il resto della motivazione sta nel raggiungere e quindi farsi conoscere dal più ampio numero di persone possibile, per ampliare la propria cerchia di clienti, e quindi andarli a “catturare” sui social, su Google, in ogni “piazza” in cui si radunino potenziali consumatori.

Alla luce di ciò, oggi possiamo definire il Copywriting come un’arte:

L’arte di scrivere contenuti persuasivi e orientati alla conversione.

È chiaro che l’avvento di tanti canali comunicativi differenti (oltre alla tv e alla radio che continuano a basare sulla pubblicità gran parte dei loro introiti ancora oggi, la comunicazione orientata alla vendita di prodotti e servizi inizia a diffondersi anche sulle svariate piattaforme che il web ci mette a disposizione: siti web, giornali online, blog aziendali, pagine social, e-mail ecc.) ci obblighi a saper usare tecniche e stili differenti di scrittura a seconda del mezzo utilizzato e perciò occorra una preparazione su ampia scala e un continuo aggiornamento per non rimanere mai indietro.

Se il mio discorso finora ti è sembrato chiaro, ti ha incuriosito, vuoi capire quali caratteristiche debba avere una persona per essere in grado di fare questo lavoro e/o potresti essere interessato tu stesso ad intraprendere questa carriera, leggi il paragrafo seguente per scoprire come diventare un copywriter.

Requisiti fondamentali per diventare un copywriter

Mentre per altre professioni (come potrebbero essere l’avvocato, il medico e via discorrendo) esistono bene o male dei percorsi definiti da seguire (laurea in Giurisprudenza/Medicina, specialistica, praticantato, iscrizione all’albo ecc), per diventare un copywriter non c’è una via già segnata e infallibile, si arriva ad intraprendere questa professione attraverso i percorsi più svariati. Vi sono però dei criteri universali che NON SI POSSONO non soddisfare e che procedo qui ad elencare:

  • Eccellente padronanza della lingua italiana: per un copywriter è fondamentale, banalmente, SAPER SCRIVERE! Errori di ortografia, errori di sintassi, lessico poco ricco, sbagliare la punteggiatura sono elementi inaccettabili per chi voglia decidere di intraprendere questa carriera.
  • Ottima cultura generale: essere sempre informati sui fatti di attualità, conoscere a fondo la storia e le dinamiche del mondo è importante per chi vuole lavorare nella comunicazione, onde evitare spiacevoli figure. Inoltre, come copywriter può capitarti di dover scrivere dei più svariati argomenti: non farlo mai prima di aver studiato per bene il tema da trattare; se non sei consapevole e convinto tu di quello che scrivi, come potrai informare e convincere gli altri che quello che stai dicendo è giusto?
  • Passione: grave errore pensare di diventare copywriter solo perché “prendevamo sempre 8 a scuola nei compiti in classe di italiano, si può lavorare comodamente da casa ed è un lavoro facile, poco stancante”. Diventare copywriter e portare a casa uno stipendio decente richiede un impegno ed uno studio costanti: in uno scenario così competitivo, bisogna voler essere I MIGLIORI!
  • Saper giocare con le parole: la creatività è tutto in questo lavoro; saper usare nel modo giusto figure retoriche, saper stupire e accattivare il pubblico con giochi di parole è una delle caratteristiche più importanti e, purtroppo, non sempre è una cosa che si può imparare: qui le innate predisposizioni (seguite da un costante allenamento) la fanno da padrone.
  • Attenzione maniacale per i dettagli: bisogna essere precisi, sintetici, occorre rileggere il testo appena scritto un milione di volte finché anche l’ultima virgola sia nel posto giusto ed esso scorri fluido, con la sensazione che sia tutto perfetto e non ci sia niente che “potrebbe essere scritto meglio” (l’ho già detto che occorre mettervi passione).
  • Una laurea in materie umanistiche di certo aiuta: frequentare un corso universitario di Lettere può aiutarti con i primi punti, ancor di più frequentando un corso di Scienze della comunicazione inizi a capire il “meccanismo”, come funzionano i media e come trovare il giusto tono di voce, per non parlare dei corsi di semiotica che questo corso di laurea offre, conoscenza fondamentale per un bravo comunicatore.
  • Formazione indipendente: frequentare corsi extra-universitari, partecipare a workshop, seminari, leggere tanti libri, articoli sull’argomento o su temi complementari a questa professione per restare sempre al passo con i tempi e successivamente trasformare la teoria in pratica il più possibile: studia, scrivi, inventa, sperimenta.
  • Essere aperti al confronto: lo scopo di una comunicazione, in particolar modo quella pubblicitaria che vuole spingere ad un’azione, presuppone che il messaggio lanciato dal mittente (tu) venga compreso dal destinatario (il tuo target di riferimento); un’idea che a te può sembrare geniale, ad altri può non risultare così brillante, può essere fraintesa, non capita e, se il messaggio da te lanciato “non arriva”, allora hai soltanto sprecato il tuo tempo e i soldi dei tuoi clienti. Frequenta tante persone differenti tra loro, sii sempre aperto al dialogo, all’analisi delle opinioni di chi ti circonda e a prendere in considerazione di vagliare un’altra idea (che nel 90% dei casi, si rivela essere sempre migliore della precedente).

In bocca al lupo!

Francesca